Bajo exterior
Los tejados de París con un jardín vertical que crea el efecto tappezzeria. El arquitecto Michael Herrman revive un proyecto mítico de Le Corbusier su casa.
Michael Herrman, su esposa Cécile, hija Rose y el loro azul. Todos se reunieron en el patio privado de su hogar. En el país? "No, estamos en el centro de París", dice el arquitecto franco-estadounidense. Para ser precisos, en un ático en el sexto y el séptimo piso de un edificio de 1790, cerca de la Place de la Madeleine (distrito 8).
«Quando l’ho trovata, la casa era un raggruppamento di camere, corridoi e scale di servizio rimasti sostanzialmenti intatti per oltre 200 anni: spazi compressi, bui, con finestre minuscole. Ora la città entra da tutte le angolazioni», continua Herrman.
A partire dal cortile interno: un pozzo di luce alto cinque metri circondato da pareti vetrate e giardino verticale, con il tetto a forma di cielo. Sorpresa nella sorpresa, la terrazza pur essendo all’aperto è arredata come un salottino di metà Ottocento. Ci sono il camino in marmo antico, lo specchio, il lampadario, il trespolo per il pappagallo, sedie e tavolo barocchi. E sullo sfondo questa ‘carta da parati’ verde attivo, che funziona come decoro vivente o, all’occorrenza, da erbario per la cucina.
«La sensazione è straniante e scollega lo spettatore», dice l’architetto. «Esterno e interno sono fortemente in contrasto, ma allo stesso tempo il confine tra i due ambienti è sfumato. Il giardino allunga i suoi rami nella sala da pranzo; le marmette del pavimento passano attraverso il vetro per traboccare all’aperto». Il paradosso di Madeleine è un dichiarato omaggio al rooftop dell’eccentrico collezionista d’arte Charles de Beistegui realizzato da Le Corbusier negli Anni 30, e sopravvissuto solo in fotografia. «Ciò che mi intrigava del progetto di Le Corbusier», continua l’architetto, «era il modo in cui combinava modernismo e surrealismo», concedendosi delle eccentricità d’autore – come il tappeto d’erba vera – che Herrman un po’ ripete e un po’ amplia.
Infatti, non solo gioca con l’idea di indoor-outdoor, ma anche con quella di sopra-sotto e di passato-presente. Quindi, recupera con precisione archeologica gli elementi originali del Settecento: le travi in legno di quercia e le pareti di pietra
calcarea e gli abbina, a contrasto, arredi di design lucidi. Toglie la divisione tra il sesto e il settimo piano e inserisce un pavimento-soffitto in vetro trasparente che apre nuovi punti luce e nuove prospettive. «Sembra di vivere dentro un osservatorio». Il resto della casa è un esempio di funzionalità: cucina in acciaio, ufficio a vetri, tre camere da letto con bagni privati, organizzate attorno a un secondo cortile, e un periscopio high-tech collocato sul tetto che inquadra cartoline di Parigi.